Attacchi hacker: anche gli avvocati sotto processo

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Vi ricordate l’attacco hacker di Anonymous Italia nel 2019? Riepilogando brevemente, è stata violata la PEC di 30mila avvocati iscritti all’Ordine di Roma; oltre ad essere stati trafugati i dati, alcune email di persone note come la sindaca Raggi sono state rese pubbliche.

I tecnici dell’azienda di software che fornivano l’infrastruttura tecnologica all’Ordine capitolino, dopo aver effettuato le dovute verifiche, si erano resi conto che la falla stava nelle caselle di posta elettronica di quei titolari che non hanno mai effettuato un cambio di password, ma hanno lasciato quella iniziale assegnata dal fornitore; il fattore umano – con un pizzico di pigrizia, perché si tratta di un’operazione di pochi istanti – si è confermato un  elemento a rischio della sicurezza.

Circa il 10% degli attacchi da parte degli hacker sono rivolti specificamente alle persone, ritenuti precisi bersagli vulnerabili a cui chiedere un riscatto. In questa casistica rientrano anche gli avvocati, con tutte le problematiche legali connesse con il trattamento dei dati sensibili che custodiscono, per i quali serve maggiore tutela e strumenti di controllo per bloccare gli attacchi informatici.

È quindi necessario che gli avvocati si affidino ad esperti nel settore della cyber security, avvalendosi di strumenti di protezione evoluti. Inoltre, dovrebbero investire su sé stessi seguendo corsi di formazione che alzino il livello di conoscenza digitale anche virtù di risposta in caso di attacco cyber.

Anche per il tuo studio legale, chiedi consiglio a GlobalNet: mettiti in regola con la sicurezza digitale.

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