Decommissioning delle reti in rame. Di cosa si tratta?

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Il progresso tecnologico porta innovazione a un ritmo sempre più veloce e, se i vantaggi e le funzionalità sono spesso oggettivamente migliori, dobbiamo fare i conti con “sistemi” complessi sempre più obsoleti, che non supportano le nuove soluzioni richieste dal mercato. Non ultime, le recenti normative ambientali hanno richiesto agli operatori telefonici un maggiore impegno per diminuire la produzione di CO2.

L’obiettivo resta quello di facilitare le attività delle aziende per lavorare con minor sforzo, ottimizzare le risorse, ridurre i costi operativi e facilitare l’adeguamento delle nuove normative ambientali.

L’insieme di queste motivazioni ha portato ad una pianificazione strategica che nasce dal 2016. Ci sono voluti anni per metterla a punto e renderla attuabile: stiamo parlando del decommissioning.

Cosa significa decommissioning del rame e perché è così importante?

Il decommissioning si riferisce al processo di dismissione di centrali telefoniche su reti basate sui cavi e connessioni in “rame”, e permetterà alle aziende di ridurre l’impatto ambientale ed eliminare le infrastrutture obsolete, fonti di inquinamento o di consumo energetico eccessivo. In Europa, il processo di decommissioning è ben avviato; l’Italia, anche a causa della propria complessità strutturale, è rimasta piuttosto indietro.

Il processo di dismissione delle infrastrutture in rame in Italia

AGCOM ha dettato il calendario per le dismissioni, con pratiche di migrazione verso centrali più tecnologiche, efficienti e meno inquinanti, soprattutto in fibra ottica, note come Fiber to the Home (FTTH), oppure in rete mista fibra-rame Fiber to the Cabinet (FTTC) o rete mista fibra-wireless, il Fixed Wireless Access (FWA).

Le scadenze variano dai 12 ai 24 mesi, a partire da adesso. Di 1.400 centrali, già nel maggio prossimo, 62 subiranno lo switch off, ma le centrali da dismettere sono in totale circa 6.700.

Fate attenzione!

La dismissione non riguarda solo le utenze Telecom, ma interessa tutti gli operatori telefonici che si appoggiano alle centrali di Telecom per fornire il loro servizio; per cui anche Vodafone, Windtre, Fastweb e molti altri saranno interessati alla dismissione. Di conseguenza, anche i loro utenti (e anche alcuni dei nostri clienti).

Un cambiamento necessario. Anzi: obbligatorio!

Gli utenti interessati riceveranno una comunicazione da parte del proprio operatore  per sollecitare l’adozione delle nuove tecnologie, se non le avete già. Per cui se la vostra azienda possiede reti ADSL, RTG (fonia analogica) o ISDN (con accesso primario a 15 o 30 canali digitali oppure con accesso base a 2 canali digitali) sarà proposta un’alternativa in fibra ottica o FWA.

L’azienda non potrà rifiutarsi, se vuole mantenere attiva la connessione; naturalmente, le zone dove non sia possibile effettuare lo switch con altra tecnologia non resteranno isolate ma manterranno lo statu quo, con la garanzia del servizio, in attesa della sostituzione.

Molti dei clienti GlobalNet sono già perfettamente a posto, con le connessioni alla massima tecnologia possibile. Ma, se avete ancora soluzioni obsolete, non c’è alcun motivo di opporsi alla dismissione: una volta fatto il “gran passo”, ci sono soltanto vantaggi.

Se avete ancora l’ADSL, le linee RTG o ISDN, non aspettate l’ultimo secondo: chiamate già adesso GlobalNet

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