NIS2: le prossime sfide per la cybersecurity aziendale

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Il primo step è stato fatto: molte organizzazioni si sono registrate sulla piattaforma dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), entrando ufficialmente nel perimetro della direttiva NIS2. Ma il vero lavoro inizia ora. La conformità alla NIS2 non è solo una formalità: implica una profonda trasformazione nei processi aziendali, nella gestione della sicurezza e, in molti casi, nella cultura stessa delle organizzazioni.

Il calendario della NIS2

La NIS2 prevede un percorso strutturato con scadenze ben definite che richiedono attenzione, pianificazione e investimenti. Dopo l’assegnazione, da parte dell’ACN della classificazione aziendale in “soggetto essenziale” o “soggetto importante”, comprese le modalità di adozione degli obblighi base, le misure di sicurezza e processi di notifica degli incidenti, ecco le princiapli scadenze per le aziende:

  • Maggio 2025: aggiornemento dei dati sulla piattaforma; una operazione da replicare periodicamente, con la riapertura del portale a inizio anno.
  • Gennaio 2026: entra in vigore l’obbligo di notifica degli incidenti secondo le nuove direttive.
  • Aprile 2026: ACN elaborerà il modello di categorizzazione dei servizi e definirà gli obblighi di lungo termine.
  • Settembre 2026: deadline per la piena implementazione delle misure minime di sicurezza. Un passaggio cruciale che impone cambiamenti nella governance aziendale.

Le principali sfide operative della NIS2

Adempiere alla direttiva NIS2 significa misurarsi con una serie di sfide complesse, non solo tecniche, ma anche culturali e organizzative.

  1. Notifica rapida e gestione degli incidenti

Le aziende dovranno strutturarsi per rilevare e classificare gli incidenti di sicurezza in tempi rapidissimi. Questo comporta la necessità di predisporre piani di risposta efficaci, testare i processi interni e creare una cultura di prontezza operativa.

  1. Supply chain sotto osservazione

Un punto critico riguarda la gestione della supply chain. Le organizzazioni non possono limitarsi a controllare il fornitore diretto, ma devono estendere la valutazione dei rischi lungo tutta la catena del valore, compresi i subfornitori. Serve una visione olistica e l’integrazione di criteri di sicurezza già nella fase di procurement.

  1. Sovraccarico organizzativo e risorse limitate

Per molte realtà, in particolare le PMI, l’adeguamento rappresenta un carico di lavoro significativo. Servono risorse qualificate, formazione continua e investimenti in tecnologie. Il rischio concreto è di non riuscire a rispettare le scadenze o di affidarsi a consulenze improvvisate e soluzioni inefficaci.

  1. Riorganizzazione della governance

La NIS2 impone l’accountability del top management. I dirigenti non solo devono supervisionare l’adozione delle misure di sicurezza, ma possono essere ritenuti direttamente responsabili in caso di inadempienze. Questo implica un cambio culturale che porta la cybersecurity al centro delle decisioni strategiche.

  1. Complessità infrastrutturale e tecnologica

Ambienti multi-cloud, applicazioni distribuite, fornitori terzi: la gestione della sicurezza in questi contesti diventa estremamente complessa. Le vulnerabilità si moltiplicano e rispettare le tempistiche di segnalazione diventa una vera sfida.

  1. Manutenzione continua della compliance

La conformità non si esaurisce con l’implementazione iniziale. Occorre monitorare, aggiornare, documentare e dimostrare costantemente la tenuta delle misure adottate. Audit, revisioni periodiche e attività di formazione saranno all’ordine del giorno.

  1. Integrazione con altre direttive

Le aziende devono quindi mappare correttamente tutte le normative applicabili, per adottare un approccio integrato alla valutazione dei rischi e coordinare le misure di sicurezza, monitorando l’evoluzione del contesto.

 Una rete normativa sempre più integrata: NIS2, DORA, CRA e AI ACT

La NIS2 non è isolata nel panorama normativo europeo. È strettamente legata ad altre direttive che condividono l’obiettivo comune della resilienza digitale:

  • DORA – Digital Operational Resilience Act:  si applica al settore finanziario, con focus sulla gestione del rischio ICT, test di resilienza e obblighi di segnalazione. Integra e, in alcuni casi, prevale sulla NIS2.
  • CRA – Cyber Resilience Act: si concentra sulla sicurezza dei prodotti digitali lungo tutto il loro ciclo di vita, influenzando indirettamente le scelte delle aziende soggette a NIS2.
  • AI ACT – Legge sull’intelligenza artificiale: regola i sistemi di intelligenza artificiale, sempre più diffusi anche in settori regolati dalla NIS2. Le implicazioni per la sicurezza e l’affidabilità sono evidenti.

 Verso una nuova cultura della sicurezza digitale

In definitiva, la NIS2 rappresenta un’opportunità per rafforzare la sicurezza delle aziende europee, ma richiede una profonda evoluzione nei modelli organizzativi e decisionali. Non si tratta solo di “reagire” agli incidenti, ma di prevenirli, identificarli tempestivamente e gestirli con efficienza. La cybersecurity diventa un pilastro strategico per la continuità operativa, la reputazione aziendale e la competitività sul mercato.

Per affrontare questa sfida, le imprese dovranno investire su competenze, tecnologie e modelli organizzativi resilienti, integrando la sicurezza informatica in ogni processo e costruendo una cultura aziendale orientata alla protezione digitale.

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